Bella ciao. Ottant’anni di Resistenza: libri che raccontano la Resistenza a ragazze e ragazzi
“Certe cose le fai perché van fatte e basta, perché non farle sarebbe sbagliato”. Una piccola selezione di alcuni fra i libri che raccontano la Resistenza a ragazze e ragazzi.
Enrico Papa, Amore Zoppo, Argelato, Minerva, 2025
“Sull’argine c’è una donna, Rina è il suo nome. Rina ha diciott’anni, il passo incerto, e una borsa carica di coraggio […] il posto di blocco è alle sue spalle, ormai lontano. Disarmato a compassione trema anche il più nero dei cuori. Impotente s’arrende il soldato d’innanzi all’amore zoppo”. È narrata in forma poetica e accompagnata da belle illustrazioni, la storia della nonna dell’autore, che la poliomielite aveva lasciato zoppa fin da piccolissima e che viveva gli stenti di una delle tante famiglie contadine della pianura del bolognese. Non poteva neanche pedalare e usava la bicicletta solo come appoggio al suo camminare e affrontare posti di blocco con una borsa piena di bottiglie di latte e ben altro nel sottofondo. Una delle tante donne che non ha poi chiesto riconoscimenti né onorificenze, scuotendo la testa mentre diceva Cos’avrò mai fatto di speciale?”.
Francesca Avanzini, Non lontano da qui, Roma, Lapis, 2025
“…non è che all’inizio me ne fregasse molto di ‘sta storia. Un nome di cent’anni fa, la resistenza… Boh. Roba di scuola, insomma. Roba da lapidi per strada. Però dopo l’ultima volta mi torna in mente. Tutta questa faccenda della legge e del fuori-legge, no? Tipo che non è detto che siccome rispetti la legge allora automaticamente sei buono. E neanche che se non la rispetti sei un criminale. Insomma, solo tecnicamente, ecco. Che poi, ‘sta storia dei partigiani, dico … uno se li immagina come dei banditi, con le armi, anche abbastanza fighi, dai. Ma quel Salvatore Principato faceva il maestro ai bambini”. Il compito assegnatogli dalla professoressa di storia porta Mino, che deve ancora fare i conti con la morte della nonna, alla scoperta della storia di Salvatore Principato, maestro e partigiano, insieme ad altri quattordici partigiani nel 1944 a piazzale Loreto. E capisce che “Salvatore ha reagito all’ingiustizia. E che farlo era la logica conseguenza della direzione che aveva già preso tanti anni prima e in cui aveva sempre proseguito. Ti ricordi? Scegliere bene da chi farsi indicare la strada e da chi non farsela indicare. Certe cose le fai perché van fatte e basta, perché non farle sarebbe sbagliato”.
Fulvia Degl'Innocenti, Sara Cimarosti, Flora la staffetta partigiana, Roma, Lapis, 2025
“Flora attraversa il bosco correndo con le sue gambe magre. Lei è amica degli alberi, delle lepri, degli scoiattoli. Ma nei boschi ci sono anche i lupi. Quelli senza pelliccia, con zanne appuntite pronte a colpire chi non vuole farsi comandare […] allora deve correre via dalla strada e lasciarsi ingoiare dal bosco. Fino ad arrivare al di là della montagna e consegnare un foglietto ripiegato così tante volte da diventare grande come un coriandolo nascosto fra i suoi capelli Intrecciati”. La storia di Flora Monti, la più giovane staffetta partigiana della Resistenza Italiana, originaria di un paesino vicino a Bologna. È lei che racconta: “«Quando mi chiesero se volevo fare la staffetta avevo 12 anni. Chiesi il permesso ai miei genitori e mia madre, pur sapendo del pericolo che avrei corso, mi disse soltanto: “Se te la senti”. Io me la sentivo. E così cominciai ad attraversare i boschi con i bigliettini in una scarpa o infilati nelle trecce dei capelli. La paura c’era, i boschi pullulavano di tedeschi che non facevano sconti neppure alle ragazze. Una di noi, Francesca Edera De Giovanni, fu scoperta, torturata e fucilata. I partigiani mi avevano insegnato a mettere l’orecchio a terra per capire se c’erano rumori di pattuglie in avvicinamento. E poi, come scusa se mi avessero fermato, dicevo che stavo andando a comprare i sigari per il nonno”.
Leslie Lésage, La vita segreta di Josephine Baker, Torino, Giralangolo, 2024
“Sono una ballerina. Un’attrice. Una cantante. E molto, molto di più. Il mio nome è Joséphine Baker”. Ben pochi sanno che la donna che ha saputo incantare tutto il mondo con la sua voce e le sue capacità, aveva anche un’altra vita. Nessuno avrebbe immaginato che una ballerina potesse essere anche una donna intelligente e proprio questi pregiudizi le permisero di sfruttare il suo successo per sostenere gli Alleati e la Resistenza, tanto che dopo la guerra Charles de Gaulle la insignì della Légion d‘honneur, la più alta onorificenza dello stato francese.
Dirk Reinhardt, Il ribelle e il soldato, Roma, Lapis, 2024
Dalle pagine di un diario scritto fra il 1941 e il 1945 che gli viene consegnato da un anziano signore, un ragazzino ne scopre la storia, la scelta di parte e i forti legami di amicizia con altri coetanei mentre il fratello, reclutato giovanissimo e addestrato rigidamente, ha scelto la parte opposta e milita nelle SS. Il romanzo è ispirato a fatti reali e testimonianze dirette degli ultimi sopravvissuti dei pirati dell’Edelweiss, gruppi antinazisti formati da giovani, di età compresa tra i quattordici e i diciassette anni, che avevano eluso la partecipazione alla Gioventù Hitleriana lasciando la scuola dopo aver terminato l’obbligo scolastico e che erano ancora troppo giovani per dover sottostare alla coscrizione militare. Una storia poco conosciuta ma che merita di essere raccontata.
Sarah Zambello, Lida Ziruff, La magnolia, Firenze, Clichy, 2024
La magnolia accanto alla casa è il rifugio preferito dei bambini che da lassù vedranno i loro papà partire per la guerra. E così devono abbandonare i giochi per aiutare in campagna. Ma la magnolia resta al suo posto e quando una notte arrivano alcuni uomini con i fazzoletti rossi al collo, offre loro rifugio. Fra i suoi rami resta un binocolo ma grazie all’albero e ai bambini, il passaggio dei partigiani non sarà rivelato a nessuno.
Alessio Torino, Simone Massi, Passare il fiume, Roma, Orecchio Acerbo 2024
1944. Appennino umbro-marchigiano: quando i nazi-fascisti, rastrellando la zona, arrivano a Secchiano non sanno che lì si nasconde una famiglia ebrea con una bambina, Charlotte. Solo due le persone rischiano per aiutarli: un anarchico e il parroco. Mentre il primo riesce a fuggire, il parroco sarà internato e poi ucciso. A Secchiano, invece, il mulino nasconde Charlotte e i suoi. E la mugnaia li sfama. Fino all’arrivo degli Alleati.
Stefania Carini, Il coraggio di Oscar, Milano, Mondadori, 2024
Valentino è in gita con la classe al museo di Storia, e quando si imbatte nella signora Elena la giornata diventa ancora più speciale. L'anziana donna, infatti, ricorderà di come, da bambina, durante la guerra si è salvata grazie a Oscar. Il suo racconto parte dalle Aquile Randagie, un gruppo di scout che negli anni del fascismo ha sfidato il regime. La gita si trasforma così in un tuffo nella Storia, una storia fatta di coraggio e di ideali, di lotta per i diritti e la libertà.
Daniele Aristarco, Una bella Resistenza, Milano, Mondadori, 2023
“La Resistenza, mi dico, è una parola che in sé contiene la scoperta, l’avventura, il rischio, il sacrificio. Ho provato a capire quante parole ci sono state e continuano a vivere nella parola Resistenza. E in questo tentativo c’è la più semplice e immediata sintesi di questo mio viaggio. Se le storie che ho raccolto non hanno valore documentario, be’ almeno hanno provato a salvaguardare le voci, i luoghi, una versione possibile dei fatti. Se la resistenza è un fatto del passato, so che in questo momento, ovunque, ci sono tante donne e tanti uomini che portano avanti altre forme di resistenza. Non resta che scegliere la propria battaglia, fare la propria parte. Partire e parteggiare”. Un viaggio attraverso l’Italia che tocca luoghi più o meno conosciuti e racconta di uomini e donne, ragazzi e ragazze che hanno saputo resistere all’ingiustizia.
Carlo Greppi, I pirati delle montagne, Milano, Rizzoli, 2023
Giorgio è pronto a diventare un Avanguardista, aspetta solo di compiere 14 anni ma nel 1943 la guerra varca le montagne e arriva ovunque e, dopo lo sterminio della sua famiglia, Giorgio fugge in montagna dove incontra un gruppo di partigiani con cui condivide le imprese. Hanno tra i diciotto e i ventisei anni e vengono da ogni parte del mondo. Sono temuti, rispettati, amati. Un battaglione, un piccolo esercito, nessuna bandiera. Si fanno chiamare I Pirati delle Montagne. Una pagina della storia della Resistenza meno nota, cui si stima partecipassero fra i quindicimila e i ventimila i combattenti stranieri.
Renata Viganò, La bambola brutta, Bologna, Negri, 2017
Quando un amico del padre lontano le porta da parte sua una bambola, la piccola Eloisa la osserva perplessa. La bambola “era grande, non tanto bella. Appariva sbiadita e vecchia […] ma sentì a un tratto che voleva bene alla lunga vecchia bambola, sola e dimenticata”. È la mamma che le spiega che quella bambola è l’ideale per nasconderci dentro dei fogli ciclostilati che inneggiano e incoraggiano alla lotta armata contro i fascisti e i soldati tedeschi; che il babbo vuole siano recapitati a gruppi di partigiani nascosti nelle campagne. Eloisa e la mamma si preparano per una lunga passeggiata segreta verso gli acquitrini e i canneti della pianura circostante dove si nascondono i partigiani, divenendo esse stesse “staffette” della Resistenza, a rischio della propria vita. Dalla penna di Renata Viganò un racconto perché anche i bambini conoscano la Resistenza e sappiano che a tanti dei loro piccoli coetanei dell’epoca era chiesto di farne parte attiva.

