Il laboratorio si rivolge a chi la disabilità la vive ogni giorno su di sé, si è così proposto di lavorare sul riconoscimento delle piccole e delle grandi autonomie di ciascuno per cominciare un percorso di crescita in direzione dello sviluppo della propria capacità di scelta, calibrando di volta in volta gli obiettivi sulle personalità, i gusti, i vissuti e i contesti di riferimento.
Essere consapevole dei limiti e delle risorse del nostro corpo significa anche sapere ciò che siamo o non siamo in grado di fare. Spesso, tuttavia, il potere decisionale di chi ha una disabilità cognitiva e/o motoria, è mediato dalla rete di educatori, assistenti sociali e medici che insieme alla famiglia diventa custode della persona e soprattutto, talvolta, del come fare o non fare le cose. Ciò vale in tutti gli ambiti, dalla gestione del proprio tempo libero, del proprio aspetto, dei propri risparmi, del lavoro fino alla più complessa sfera dell’affettività e della sessualità.
Guardare al disabile come a un eterno bambino è ancora un pre-giudizio fortemente condiviso e, per certi versi, un’immagine rassicurante, soprattutto all’interno del nucleo familiare, che nel percorso verso l'adultità non va tuttavia lasciato da solo ma sostenuto e accompagnato, mettendosi in reciproco ascolto, condividendo insieme aspettative e risultati, immaginando alternative possibili.
Cominciamo così a lavorare a partire dalla nostra gestione quotidiana, dall'organizzazione della giornata alla nostra capacità di scelta (cosa mangiare, come vestirsi...) per arrivare a approcciarci ai temi del tempo libero, dell'affettività e della sessualità, della vita indipendente, dentro e fuori i nostri progetti dedicati.
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Sandra Negri - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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