La formazione si rivolge a educatori, operatori sociali e culturali e a tutte quelle realtà che, prima di confrontarsi con i temi dell'accessibilità fisica e architettonica, desiderano sperimentarsi su conoscenza e accoglienza per migliorare il proprio lavoro e servizi, mettendosi in discussione in prima persona e nell'incontro con chi si relaziona al contesto a partire da una disabilità.
Nell’incontro diretto con le persone con disabilità le prime reazioni dal punto di vista emotivo sono spesso l’imbarazzo, la diffidenza. Accostarsi ad una persona disabile suscita questi sentimenti perché la diversità, e non solo quella del disabile, ci costringe a uscire da noi stessi per confrontarci con l’altro e questo movimento verso l’esterno è vissuto come perdita di parte della nostra identità.
Accogliere l’altro, in effetti, significa rinunciare ad una parte di noi, mettere in discussione i nostri schemi e le nostre convinzioni; ma questo confronto non rappresenta una perdita per l’individuo, bensì una possibilità per un cambiamento che migliori e renda più ricca la qualità della vita per tutti. In questo senso la conoscenza diretta con la diversità e la possibilità di sperimentarla in modo positivo e piacevole permettono di verificare e superare i propri pregiudizi e scoprire nelle persone con disabilità elementi positivi che contraddicono i nostri stereotipi. La conoscenza produce coscienza e quest’ultima aiuta a superare la paura e il pregiudizio.
La riflessione sulla diversità si allarga progressivamente e, utilizzando come spunto iniziale quella specifica dei disabili, arriva a considerare la diversità in termini generali, nelle sue varie e possibili accezioni, imparando così a relazionarsi con essa in modo paritario e stimolando la capacità di trovare insieme soluzioni e strategie per rispondere anche ai bisogni specifici.
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Sandra Negri