Lo Stargate della disabilità
di Claudio Imprudente
“In quel tempo...” facevamo una formazione presso il Centro Documentazione Handicap con un gruppo di animatori con disabilità del “Progetto Calamaio” sul rapporto con il denaro e la consapevolezza della realtà.
Questo è un argomento di difficile comprensione poiché spesso una persona con disabilità, per la sua condizione, fa fatica a essere nel “qui e ora”.
Da un punto di vista psicologico, è come se la persona non avesse la percezione del proprio tempo, perché le cose che si fanno, sono più lente e il tempo sembra sfuggire.
Non si ha la padronanza del tempo, ma è il tempo che ha la padronanza della persona.
Il nocciolo della questione è che la persona con disabilità, volente o nolente, si deve affidare alle mani di un’altra persona. A volte è anche comodo, così non è responsabile della sua vita, sono gli altri a gestire il suo tempo, le sue energie, i suoi soldi.
Questo crea dipendenza, non dal denaro, ma dall’altra persona, quindi si crea un distacco dalla realtà. Ecco il punto: vivere in un mondo parallelo e irreale, cioè poco concreto.
A questo punto mi è venuta una domanda da fare a tutti: Ma ditemi, che ore sono in questo momento? Una domanda apertamente banale che ha causato il panico. Solo una persona aveva l’orologio.
Ho posto al gruppo questa domanda provocatoria perché ne ho uno allacciato al bracciolo della mia carrozzina, e mi piace pensare che sia una sorta di portale, proprio come quello del film Stargate (1994), attraverso il quale posso, non solo organizzare al meglio il mio tempo e il mio spazio, ma anche entrare in connessione con il mondo della persona che mi è vicina, senza dipendere dal supporto di questa persona e dal suo modo di amministrare il tempo, rimanendo ancorato in una zona di comfort.
La questione voleva, quindi, aprire uno spazio di riflessione perché ha confermato quella teoria secondo cui, siccome una persona con disabilità deve affidarsi a un’altro/a che gestisce i suoi bisogni, desideri, progetti, non ha la percezione esatta del momento che sta vivendo, non è padrone, protagonista del suo tempo.
Tutto questo per dire che bisogna fare un grande lavoro di consapevolezza di sé: un lavoro che porti a trovare il proprio portale, e questo è il lavoro che stiamo facendo da quarant’anni al Centro Documentazione Handicap.
E voi quale “Stargate” utilizzate per gestire il vostro tempo?
Scrivete a