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Caro Luca... avevi sempre fretta di creare cose, eventi, feste; fretta di giocare, ragionare

Caro Luca,
vai sempre di fretta… Ti conosco da ormai trent’anni e la tua fretta mi ha sempre colpito.
Dunque, non posso non citare a tal proposito Edoardo Bennato che in uno dei suoi più grandi successi, “Il gatto e la volpe”, cantava: “Quanta fretta, ma dove corri, dove vai?”
Ricordo con tanta nostalgia e affetto tutte quelle volte che me l’hai cantata con la chitarra mentre eravamo in vacanza.
Avevi sempre fretta di creare cose, eventi, feste...
Fretta di giocare, ragionare…
Fretta di star bene nel ruolo che avevi nella comunità L’Arche…
Fretta di inventare nuovi modi di comunicare, di andare in bici, anzi, che dico? In tandem!

Vorrei sfatare il noto detto popolare che dice: “La fretta non dà buoni consigli!”. 
Nel tuo caso però la fretta ha sortito l’effetto opposto: è stata portatrice di buoni consigli, eccome! E Chiara, tua figlia, ti ha dato una grande mano in questo senso! Infatti, il suo dinamismo ti ha contagiato alla grande. 

Colgo l’occasione di questa lettera, sentita, per riflettere su due concetti che ti appartenevano e ti contraddistinguevano nella vita e nel lavoro, ovvero quelli di “comunicazione” e “tandem”. 
In particolare la CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa) ha dato una notevole spinta alla divulgazione attraverso vari strumenti: libri, giochi da tavolo, per poi finire addirittura alla tombola. 
E con questo linguaggio, davvero inclusivo, hai portato avanti per tanti anni una bellissima collaborazione con la cooperativa Accaparlante di Bologna che, a sua volta, si è specializzata su questo fronte, per poi realizzare il magnifico progetto di traduzione e produzione di libri in simboli Parimenti proprio perché cresco, in collaborazione con la casa editrice La Meridiana. 
Insomma, sei stato un vero e proprio influencer!

Cosa dire invece del tuo ormai celebre tandem? 
Mi viene in mente un articolo scritto nel dicembre del 2022 per Superando in cui ho parlato approfonditamente di questo argomento. Il tandem, a mio parere, può essere considerato metaforicamente “emblema ideale della relazione educativa”. Ma in che senso?

“Come funziona il tandem? […] Il guidatore è il passeggero anteriore, il quale non solo comanda la direzione ma anche i freni e il cambio. La trasmissione del moto, invece, avviene attraverso due assi, al contrario delle comuni biciclette.
Il tandem, per funzionare, necessita quindi di una certa sincronizzazione tra i movimenti dei i due ciclisti […] La sincronizzazione, si sa, non può che basarsi sulla profonda conoscenza dei limiti e delle risorse di chi sale sul mezzo e, per sua natura, porta alla valorizzazione delle abilità del passeggero, il quale non è affatto trasportato ma è attivo e ha […] la responsabilità, per esempio, di rendere più sostenibile la fatica ma anche di mantenere l’equilibrio nella dinamica relazionale [...].
La relazione funziona infatti proprio così, come un tandem co-condotto tra due persone diverse che desiderano raggiungere la stessa destinazione e per farlo insieme hanno bisogno di allenarsi, di ascoltarsi e, quando serve, di fermarsi. Dietro o davanti poco importa, nel tandem tutti hanno un ruolo, con lo stesso peso e la stessa responsabilità […] ”. 

Se c’è una cosa che mi affascina è la sincronizzazione tra i due ciclisti, perché se non c’è sincronia non si va avanti, il tandem è statico e perde il suo equilibrio, proprio come una relazione. Così la responsabilità è di tutti e due. 
È un bellissimo insegnamento che mi hai lasciato e, come dicevi tu, “è tanta roba”! 
Davvero: è tanta roba!
Grazie Luca e continua a pedalare!