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Riflessioni sulla disabilità e sull’inclusione a trecentosessanta gradi

“Scritti Imprudenti! Come può una persona paragonarsi a una pianta di geranio, giocando con tale metafora, riuscendo a catturare l’interesse degli interlocutori pur essendo un uomo con disabilità complessa? Mi vengono in mente le parole di Alexandre Jollien che, dopo diciassette anni di permanenza in un centro specializzato per persone con disabilità, è riuscito a frequentare un istituto commerciale e, successivamente, a compiere gli studi di filosofia all’Università di Friburgo. Ha pubblicato per le edizioni Qiqajon due testi, di cui uno premiato dalla prestigiosa Académie Française. Nel libro Il Mestiere di Uomo racconta con parole trasparenti e, soprattutto, con la disarmante semplicità della sua vita, che ciascuno è più grande dei propri limiti, delle proprie malattie, delle proprie disabilità, che la persona non è riconducibile alla menomazione che la caratterizza, non è identificabile con la ferita che la abita, non è mortificabile con l’aggettivo che la delimita.”
Così il Cardinal Matteo Zuppi ha scritto nella postfazione del mio ultimo libro Scritti Imprudenti (edizioni La Meridiana) che il 6 marzo verrà presentato alla Casa della Pace (Bologna), dove ho l’onore di dialogare con il Cardinale; modera Fabrizio Mandreoli, teologo e insegnante in carcere.

Ma cos’è Scritti Imprudenti? È una raccolta di articoli apparsi sul Messaggero di Sant’Antonio, dove da anni ho una rubrica mensile. È una carrellata di riflessioni sulla disabilità e sull’inclusione a trecentosessanta gradi, dove tocco con tatto e ironia vari temi, che vanno dalla democrazia e inclusione sociale alla scuola, dall’immaginario collettivo sulle persone con disabilità ai “contesti di fiducia”, dal mondo delle relazioni culturali nella Chiesa alla dimensione affettiva delle persone con disabilità, alla genitorialità; per finire un piccolo spaccato su personaggi pubblici che hanno avuto un significato profondo nella mia vita.

Sarà un dialogo a cuore aperto dove scambiare opinioni, battute, riflessioni, pensieri, con molta leggerezza. Per me sarà un momento culturale per scardinare i pregiudizi e i preconcetti sul mondo della disabilità che non è un mondo a parte, ma riguarda tutti, perché tutti siamo limitati. Per me c’è una bella differenza tra limite e confine: il mondo di adesso difende i confini, ma non accetta i nostri limiti. Anche le guerre nascono perché vengono confusi i limiti con i confini. In poche parole, un limite è una sfida, mentre un confine è qualcosa che deve essere aperto all’altro. Quando Samanta Cristoforetti è in orbita nello spazio dice sempre che i confini politici, tra uno Stato e l’altro, appaiono solo sulle carte. Anche Scritti Imprudenti è un volo in orbita nello spazio, per cancellare i confini e per apprezzare i nostri limiti. 
Di questi temi dialogo con il Cardinal Matteo Zuppi per lasciare una traccia di Pace.