Anche la Biblioteca del Centro Documentazione Handicap sostiene l’appello dell’AIB – Associazione Italiana Biblioteche, diretto al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini, a seguito del DPCM del 4 novembre 2020 che mantiene l’apertura delle librerie ma chiude le biblioteche.
“Illustri Signori Ministri – scrive Rosa Maiello nell’appello di AIB – come da più parti è stato ricordato, i libri sono beni essenziali, perché sono strumenti primari di apprendimento, di ricerca, di conoscenza, perché stimolano l’immaginazione e la capacità di elaborazione critica ed espressione del pensiero, perché moltiplicano le opportunità di trovare soluzioni ai problemi propri e degli altri, perché sono compagni di viaggio che aiutano a leggere il mondo oltre l’orizzonte dell’esperienza quotidiana individuale, a non sentirsi soli, ad affrontare la solitudine, le paure, le difficoltà che oggi più che mai affliggono le nostre esistenze e che rischiano di schiacciare i destini di coloro che sono fisicamente, socialmente o culturalmente più esposti. I libri sono tanto essenziali che il recente DPCM del 4 novembre per il contrasto alla pandemia da COVID-19 prevede che le librerie restino aperte anche nelle zone rosse, esposte al più alto rischio di diffusione del contagio. Lo stesso DPCM ha però disposto – con un linguaggio non comprensibile alla generalità dei lettori – la sospensione dell’apertura al pubblico dei musei, delle mostre “…. e degli altri istituti e luoghi della cultura”, e quindi anche delle biblioteche, come definite dalla lettera b) del secondo comma dell’art. 101 del Codice dei beni culturali, relativo agli “Istituti e luoghi della cultura”. Si tratta di tutte le biblioteche appartenenti allo stato e a organismi pubblici e di quelle private aperte al pubblico.
[…] Non comprendiamo perché impedire il prestito dei volumi, gestito con tutte le dovute cautele a tutela della salute degli operatori e del pubblico e ferma l’ovvia condizione che la biblioteca sia in grado di assicurarle. In questo modo si privano non solo studenti e ricercatori delle fonti necessari per progredire nei loro studi (perché le biblioteche sono strumenti essenziali per l’effettività del diritto allo studio e del diritto alla ricerca), ma tutti i cittadini e in particolare quelli socialmente ed economicamente più svantaggiati di un servizio essenziale, e il tutto proprio in una delle fasi più dure e difficili della loro esistenza”.
Come CDH abbiamo sempre sostenuto l’importanza dei libri come ponti per la conoscenza, l’inclusione, la cittadinanza attiva, la valorizzazione della diversità, la difesa dei diritti umani. E abbiamo sempre sostenuto e continuiamo fortemente a sostenere l’accessibilità al libro e il diritto alla lettura per tutti.